Serezha Galkin: Processo, pratica e significato "La maggior parte del mio lavoro deriva dall'equilibrio o piuttosto dalla battaglia tra essere un praticante e un artista. Proprio come molti che dipingono e creano seguendo la propria visione, anche io cerco di amplificare il lavoro con un nome o una caratteristica. Credo fermamente che la mia spada e il mio scudo appartengano esclusivamente alla mia visione e nient'altro. Allo stesso tempo, sono un cronico procrastinatore, spesso più produttivo in missioni secondarie. Lascio che pensieri e idee si nutrano e marinino a lungo. Mi piace trovare soluzioni, comprendere le cose, sentirle attraverso. Alcune delle parole che si ripetono nella mia mente all'infinito sono 'La vita imita l'arte'. Mi vedo come un trasmettitore di visione e mente. Il mio lavoro è una stringa di forme di pensiero caotiche. È sequenziale e interconnesso. Torno su idee e le provo di nuovo. Eppure, permetto anche al caso, agli errori e agli incidenti di definire il passo successivo. Gli incidenti felici sono il culmine della creazione per me. Ecco perché trovo che lavorare con strumenti AI sia così vicino al mio nucleo: aprono lo spazio affinché gli incidenti diventino significato. Tecnicamente, il mio lavoro cresce dalla manipolazione di modelli "text2image" e "lora" costruiti nel tempo. Alcuni emergono da opere più vecchie, alcuni vengono collage o cancellati, alcuni distorti e nutriti in una nuova somma. Ogni pezzo porta con sé un fantasma di qualcosa che ho fatto prima, disturbato o affilato da un'idea più grande che continua a bruciare nella mia mente. Spesso costruisco gruppi più ampi di opere, intrecciandole in collezioni piuttosto che rimanere su frammenti isolati. Questo mi consente di vedere il sentimento, l'immagine e il pensiero sia nei dettagli che nell'intera storia. Gli strumenti digitali, in particolare l'AI, mi danno questo privilegio di plasmare il caos in una forma più grande con facilità. Tuttavia, nonostante la curiosità per i nuovi strumenti e l'emozione di piegarli, la mia fondazione rimane sempre la stessa. L'arte è il processo di visione e mente prima di ogni altra cosa. Questa collezione cresce dalle idee che mi occupano costantemente: il digitale e il fisico, online e offline, mappe e terre, anima e corpo, memorie e dispositivi di archiviazione. Noi come esseri umani siamo sempre tra il materiale del quotidiano e l'immaginario dell'effimero. Non sopravviviamo solo. A volte cerchiamo di soffrire, di trovare gioia, di bruciare gli anni che ci sono stati dati in modi oltre la funzione. Questo progetto è un ulteriore passo nella condivisione di quella visione. Un ulteriore atto di crescita. Un ulteriore modo per far vivere le idee."
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